Come fare manutenzione ai propri pannelli solari

Alcuni parametri che ci parlano dello stato del sistema sono verificabili direttamente dal proprietario. I collettori solari, ad esempio, sono il componente più importante dell’impianto e normalmente una semplice ispezione visiva consente di rilevare eventuali problemi.

Una deformazione della piastra assorbente potrebbe comportare una perdita di efficienza

Una massiccia presenza di condensa potrebbe indicare una parziale rottura del sigillante

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Una piccola quantità di condensa, soprattutto nelle prime ore del mattino, deve essere considerata normale poiché i collettori sono equipaggiati con piccoli fori sul telaio per garantire la “respirazione”.

Anche l’integrità del vetro di copertura può essere verificata visivamente dal proprietario stesso, senza bisogno di un intervento esperto. I vetri possono essere puliti come qualsiasi superficie di questo tipo anche se, a meno di condizioni estreme di sporcamento, l’effetto naturale di lavaggio da parte della pioggia è sufficiente ad assicurare che la sporcizia non alteri le prestazioni.
Una delle peculiarità degli impianti solari rispetto ad altre tecnologie è il possibile raggiungimento di temperature elevate (anche superiori ai 100÷150 °C) nel circuito primario.

La resistenza delle valvole, delle saldature, del sigillante della pompa e di altri componenti deve essere verificata, in particolare dopo il verificarsi di fenomeni di stagnazione.

Il cedimento di uno di questi dispositivi potrebbe essere segnalato da perdite di fluido e si consiglia soprattutto il controllo dei tratti di raccordo delle tubazioni, le zone più deboli dell’impianto.
Controlli più specifici, invece, dovrebbero essere eseguiti da personale specializzato.

Una cadenza auspicabile è quella annuale, anche se si potrebbe comunque prevedere una prima verifica dopo i 6 mesi dall’installazione.

I controlli da eseguire sono numerosi e qui si riportano, in aggiunta a quelli sopra descritti, i più rilevanti ai fini di un corretto funzionamento.

  • La portata del fluido termovettore nel circuito deve essere uguale al suo valore di progetto. Eventuali riduzioni potrebbero indicare la presenza di depositi calcarei o di ostruzioni di altra natura.

  • Si deve verificare l’assenza di aria nel circuito, solitamente segnalata da rumori nelle tubazioni. L’apertura delle valvole di sfiato consente l’uscita di bolle d’aria.

  • Per quanto riguarda l’integrità dei componenti, punti particolarmente sensibili che devono essere controllati sono la membrana del vaso di espansione, le valvole di sfiato e quelle di sicurezza.

  • Perdite di fluido che indicano danneggiamenti nella tenuta del circuito primario possono essere individuare o visivamente oppure, con maggiore precisione, dalla verifica del valore della pressione, che deve risultare uguale a quello di progetto.

  • Verificare che il circuito contenga una miscela di acqua e antigelo, soprattutto in seguito a fasi di stagnazione che comportano una sua parziale o totale evaporazione. Prima di tutto, perciò, deve essere controllata la percentuale di glicole antigelo presente nella miscela.

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